Alla conoscienza di Adrano

Martedì 13 Settembre 2011

 

 

Monumenti di Adrano



CASTELLO NORMANNO



Sorge al centro della piazza principale ed è il più prestigioso monumento civile, simbolo della città. 
Nella forma attuale castello è di origine catalana e fu costruito verso i primi del sec. XIV. Ma è anche certo che inglobò, specie nei piani più bassi, strutture di un precedente castello a torre normanna a sua volta sorta su una torre di fondazione saracena. 
Durante il governo del conte Giovanni Tommaso Moncada (1461-1501) la torre fu restaurata e circondata da un bastione con quattro torri angolari. 
Nei primi tempi il castello fu abitato dai rappresentanti dei conti Moncada, padroni di Adernò, ma già ai primi del seicento i piani superiori erano disabitati e si usava solo il piano terra come carcere. 
Il sisma del 1693 demolì tutti i soffitti e le merlature lasciando in piedi soltanto i muri perimetrali. 
Lavori di riparazione ebbero luogo nel '700, ma nel secolo successivo la torre era agibile solo fino al primo piano e serviva soltanto come carcere. negli anni '50 di questo secolo il castello venne liberato dal carcere e restaurato gradualmente. 
Attualmente vi è sistemato il museo archeologico. 
In esso sono ordinati dei reperti raccontano 5.000 anni di storia rinvenuti nel territorio di Adrano
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Chiesa Maria di tutte le Grazie


Nel secolo XVII in una grotta della roccia si S. Elia, nella parte settentrionale di Adernò fu rinvenuto un dipinto su pietra basaltica raffigurante l'immagine della Beata Vergine seduta alla seggiola col Bambino in braccio. Per il gran numero dei miracoli che si ottennero, le fu dato il titolo di "Tutte le Grazie". 
In suo onore venne innalzata una cappelletta, che ben presto ebbe un notevole culto da parte dei campagnoli. La cappelletta venne danneggiata dal terremoto del 1693, e la crisi econominca che colpì il nostro territorio non permise la sua ricostruzione.
Probabilmente il vicario locale ritenne utile invitare qualche famiglia benestante e devoto, a restaurare la Chiesetta in cambio del diritto di segnalare al vescovo un sacerdote della propria famiglia o altra persona da essa ben vista, per la qualifica di cappellano celebrante, così tra il 1740 e il 1790 la Chiesa fu riedificata a spese del canonico P. Neri.
Nella anni 1818-1820 si ebbero forti movimenti tellurici, che danneggiarono la Chiesa, e negli anni successivi fu nuovamente restaurata grazie ai proventi di famiglie borghesi.
Dopo varie vicissitudini nel 1934 divenne rettore Padre Lo Faro che provvide a restaurare gli stucchi e le pitture. In data 1945 padre Lo Faro lasciava la Chiesetta per assumere la carica del rettore della Chiesa di San Filippo e Giacomo e portò con sè, per sottrarli alle mani sacrileghe, le ninfe, la statua e le suppellettili. 
Verso gli anni '50 la festa della "Madonna di Tutte le Grazie" si trasferì nella Chiesa di San Filippo dove da allora si celebra.
La Chiesa titolare di "Santa Maria di Tutte le Grazie", ormai priva del culto e della custodia da più di 30 anni, è stata gravemente danneggiata.
All'interno della Chiesa era arricchito da deliziosi stucchi, da eleganti altari di stile barocchetto e dagli ovali delle luminose pitture forse della scuola del Vasta, che purtroppo stanno per scomparire a causa degli agenti atmosferici e pre gli atti di vandalismo.
Oggi perfettamente restaurata è un vero gioiellino poco valorizzato e poco conosciuta 
TEATRO BELLINI
                                                        
Uno dei monumenti più significativi della nostra città è il teatro Bellini.
Fu nel 700 che le maggiori ed antiche famiglie nobili decisero di innalzare sulle presenti rovine dell'antichissima chiesa di San Vito, completa fino al 5 luglio del 1829, data dell'ultima rappresentazione teatrale documentata.
Il teatro fu ricostruito dall'arch. Vincenzo Costa, durante la suddivisione dei palchi non mancarono i conflitti circa i criteri di assegnazione, fra le principali famiglie nobiliari locali. Dal 1850 vi si svolsero regolari recite. Nei primi del '900 si realizzava l'attuale prospetto e prendeva il nome da Vincenzo Bellini ricostruito dall'arch. Vincenzo Costa.
Nella facciata anteriore, possiamo notare tre figure allegoriche: la tragedia, la Musica e la Commedia. Chiuso per oltre 20 anni ha finalmente ritrovato il suo splendore il 13 dicembre del 2004.

LA CHIESA MADRE

La costruzione della Chiesa Madre risale probabilmente all’età normanna sotto il Conte Ruggero; era costume normanno infatti erigere la chiesa accanto alla torre di difesa. Il luogo scelto fu il Piano della Cuba (attuale Piazza Umberto), a memoria, forse, di una chiesetta a cupola già esistente nel sito dell’attuale chiesa Madre. Si presume che la prima costruzione fosse ad unica navata senza cappelle laterali e senza abside. La successiva costruzione si attuò tramite un progetto d’ampliamento e ristrutturazione voluti dal duca Francesco II Moncada tra il 1572 e il 1592. Fu costruita la navata, l’abside e le due cappelle laterali, le volte delle tre navate erano in legno intagliato detto “Tetto a Rosario”. Nel 1750 vi si aggiunse la cupola, rivestita da brillanti mattoni di Valenza. Prospetto esterno si presenta nella parte bassa ripartito in tre corpi distinti da paraste in pietra lavica con tre portali in corrispondenza degli ingressi alle tre navate. Attorno al portale centrale, lavorato in pietra lavica si trovano quattro colonne monolitiche, due per lato, sormontate da un timpano barocco, interrotto al centro dove è ricavata una nicchia contenente una statua marmorea rappresentante, la Vergine Assunta, cui è dedicata la Chiesa. I portali laterali presentano stipiti in pietra lavica sormontati da un timpano triangolare in stile baroccheggiante. Rimane davanti al prospetto della chiesa il basamento monolitico che sosteneva la struttura di un campanile incompleto, demolito nel 1997. Il progetto era stato voluto dal prevosto Salvatore Petronio Russo, verso la fine del secolo XIX, che affidò all'architetto Carlo Sada ( Milano 1849 – Catania 1924) il compito di costruire un imponente campanile con funzione anche di prospetto. Dagli inizi degli anni sessanta fino al 1997  del campanile del Sada dominava la piazza, fino a quando l’intervento congiunto dell’Amministrazione Comunale di Adrano, della Soprintendenza e della Curia ne decreta la sua demolizione e la chiesa riportata. L'interno della Chiesa, a croce latina, è diviso in tre navate da sedici colonne di basalto. Secondo una tradizione queste colonne sarebbero appartenute al famoso e antico tempio del dio indigeno Adranon. All'estremità del transetto si aprono due cappelle: quella di destra è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, quella di sinistra al Santissimo Sacramento. Dentro la cappella del SS. Sacramento sono custodite una statua del Cristo alla Colonna e una tela raffigurante l’Ultima Cena, opera attribuita al pittore spagnolo Luis de Morales ( 1520-1586). Nella cappella del Sacro Cuore di Gesu’ideata negli ultimi anni dell’ottocento, si notano due dipinti, opere del famoso concittadino Giuseppe Guzzardi ( Adrano1845- Firenze 1914), rappresentanti Il Pentimento della Maddalena e L’apparizione di Gesù alla Beata Alacoque . La cappella è arricchita inoltre da vari affreschi: nella parete di sinistra sono riprodotti la Romana Basilica ed un Agnello; in quella di destra l’arca di Noè e un candelabro ebraico con sette fiammelle. Nell’abside centrale, ai lati dell’altare maggiore si trovano due opere del maestro adranita Angelo La Naia (Adrano1884-Firenze1968), le quali testimoniano due momenti importanti della vita del Santo eremita patrono di Adrano S. Nicolò Politi: La chiamata dell’angelo e La morte di San Nicolò Politi. sinistra dell'altare maggiore si ammira una cappella in cui emerge l’Assunzione di Maria Vergine, splendida tela di Alessandro Vasta (1764) incastonata in una magnifica cornice di legno dorato. Nell’abside della Chiesa si trova l’altare centrale costruito in marmo policromo. Lungo il perimetro dell’abside è costruita, in materiale ligneo, la cantoria opera dei fratelli Spedalieri di Troina (1774).
                                                                                            
MONASTERO DI S.LUCIA


E' il più importante monumento architettonico di Adrano. La fondazione del Monastero benedettino si deve alla contessa Adelasia, nipote di Ruggero, la quale ebbe in dote la Contea di Adernò. Adelasia, si dedicò a molteplici opere di beneficenza e nel 1158, con atto pubblico datato 12 maggio 1158, dettò le norme e le regole per la istituzione di un monastero dedicato a S. Lucia. Il monastero doveva accogliere dodici fanciulle vergini e povere, le quali per assumere l'abito religioso non avrebbero dovuto versare alcun contributo poiché il monastero disponeva di terre con vigneti, oliveti, pascoli, mulini, fonti e boschi sufficienti per la gestione dello stesso. Per varie vicissitudini dovettero passare circa 200 anni per l'ultimazione della chiesa (1775) e perché il monastero assumesse l'aspetto architettonico che si può ammirare oggi.. Il complesso monumentale progettato dagli architetti Stefano Ittar e il Principe di Biscari, si snoda lungo tutto il corso di Via Roma e si compone di più parti, di cui due si evidenziano per importanza e bellezza: la chiesa e il monastero. La chiesa ha una facciata a tre ordini sormontata da due campanili a cupole quadrangolari. Al centro del primo ordine è inserito il portale d'ingresso, realizzato con una coppia di colonne binatposte su di un piedistallo, sormontate da un timpano spezzato su cui siedono due angeli. Nella parte centrale del secondo ordine, è posto un finestrone sormontato da un timpano; ai due lati si rivelano due finestre realizzate in pietra bianca. Il terzo ordine è costituito da due campanili collegati da una balconata, divisa in tre campi da sei paraste. La pianta interna della chiesa è composta da un'unica navata a forma ellittica con una cupola a conchiglia che chiude l'ampio spazio circolare e si compone del pronao, dell'aula e dell'abside. Fra le strutture settecentesche, emergono gli altari marmorei, un coro rococò e il maestoso altare centrale. Al centro della cupola attorniato da ricchissimi stucchi si trova l'affresco raffigurante l' Assunzione di Maria Vergine al Cielo,attribuito a Vito D'Anna. Nel tamburo sono raffigurati i quattro Dottori della Chiesa.Nel primo altare a destra, emerge Santa Lucia condotta al supplizio, tela del 1843 realizzata dal catanese Giuseppe RapisardiNel primo altare a sinistra, la Morte di San Benedetto , della scuola di Olivio Sozzi (1690-1765). Negli affreschi della volta e dell'abside, sono raffigurati i quattro evangelisti: San Giovanni, S, Luca, S. Marco e S. Matteo e nell'abside la Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabormonastero corre e copre l'intera lunghezza dell'attuale via Roma (circa 200 metri) e acquista maggiore spicco e maestosità per il grande spazio antistante nel quale trova posto il "Giardino della Vittoria, il polmone verde di Adrano.   Era proprio delle suore minori osservanti di S. Chiara e sorse per donazione dei ricchi coniugi, di origine palermitana Tommaso e Agata La Bruna. Le fabbriche furono iniziate verso il 1602 in seguito alla conferma del papa Paolo V, con suo "Breve" del 9-1-1607 il monastero ebbe legale riconoscimento.
MONASTERO DI S.CHIARA
Era proprio delle suore minori osservanti di S. Chiara e sorse per donazione dei ricchi coniugi, di origine palermitana Tommaso e Agata La Bruna. Le fabbriche furono iniziate verso il 1602 in seguito alla conferma del papa Paolo V, con suo "Breve" del 9-1-1607 il monastero ebbe legale riconoscimento. La prima abbadessa fu suor Agata La Valle che insieme con le suore Felice Marino, Geronima ed Innocenza Statella erano state trasferite in Adernò dal monastero di Montevergine e S. Gerolamo di Catania. Verso la metà del '700 fu costruito il quarto nuovo del monastero che prospetta sulla piazza S.Chiara. In seguito alle leggi eversive del 1866 l'edificio toccò al Comune lo adibì a caserma di soldati ed altri uffici pubblici. Oggi funge da scuola media statale sotto il nome di G.Guzzardi.


CASTELLO SOLICCHIATA

A circa due chilometri dall'abitato di Adrano sorge un castello di proprietà del Barone Don Antonino Spitaleri.
Nel 1875 il Barone decise di far costruire nella tenuta della Solicchiata, un grande edificio, che servisse per usi rurali e civili e anche ad un'attività industriale.
Per dare l'impronta all'edificio come un castello medievale venne fatto all'interno di pietra lavica attorniato da un grande fossato e da un ponte levatoio, per rendere asciutti i sotterranei.
L'imponente edificio però non fu del tutto completo.
Prosperò invece l'industria vinicola, infatti l'interno è stato un grandioso stabilimento di vini completo di attrezzate macchine per la lavorazione dell'uva, per la confezione di alcool e di vini pregiati.
Molti enologi dell'epoca, sia Siciliani che stranieri, lo hanno apprezzato.


Associazione Corale Polifonica
ci sono in tutto 21 elementi. Le seguenti sono alcune delle opere più rappresentative del repertorio della Corale Polifonica "Pietro Branchina", che comprende differenti generi musicali: sacro, profano, popolare e operistico, per coro a cappella e concertante,
brani che vengono eseguiti sono di genere sacri come Ave maria di arcadet, o capo insasnguinato di Bach; canti tradizionali inglese The first Noel
ClassicoJoy to the world

Handel G.F.
Si è costituita nel Luglio del 1985 su iniziativa dell'attuale Direttore e di alcuni dei suoi componenti. Essa è un complesso a voci miste che si dedica allo studio e alla pubblica esecuzione di polifonia sacra, profana e rinascimentale. Il suo vasto repertorio comprende differenti generi musicali, sacro, profano, popolare e operistico, per coro a cappella e concSi è costituita nel Luglio del 1985 su iniziativa dell'attuale Direttore e di alcuni dei suoi componenti. Essa è un complesso a voci miste che si dedica allo studio e alla pubblica esecuzione di polifonia sacra, profana e rinascimentale. Il suo vasto repertorio comprende differenti generi musicali, sacro, profano, popolare e operistico, per coro a cappella e concertante.gruppo è attivo anche nello studio e nell'esecuzione delle composizioni del famoso musicista adranita Pietro Branchina
Dal 1989 fa parte dell'A. R. S. Cori (Ass. Regionale Cori Siciliana) e svolge un'attività concertistica molto intensa.



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